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 Risveglio muscolare e stretching
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Valerio
Leia

317 Posts

Posted - 04/12/2004 :  11:09:45  Show Profile  Reply with Quote
Che cos'è con precisione il risveglio muscolare? Come si fa?



Valerio Palandri

chiaretta_b
Leia

Italy
399 Posts

Posted - 05/12/2004 :  20:16:54  Show Profile  Send chiaretta_b a Yahoo! Message  Reply with Quote
per risveglio muscolare generalmente si intende il riscandamento pre-allenamento;
per il come si fa... qui sarebbe veramente lungo entrare nei dettagli cmq bisognerebbe rispettare alcune fasi:
1° - mobilizzazione articolare ai limiti dell'articolarità consentita
2° - attivazione muscolare secondo intensità crescente (cercando di non dimenticare nessun muscolo, per noi arcieri almeno tutti quelli interessati al tiro, compresi i muscoletti delle dita, anche se tiriamo con lo sgancio meccanico)
3° - stretching (sempre con cautela ma per almeno 20 secondi per ogni distretto muscolare)

chiaretta
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wese
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Italy
559 Posts

Posted - 06/12/2004 :  08:33:45  Show Profile  Visit wese's Homepage  Reply with Quote
Sul mensile Focus c'è un articolo in cui si sconsiglia lo stretching prima delle gare. Non si parla naturalmente di arco ma di sport in generale.
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chiaretta_b
Leia

Italy
399 Posts

Posted - 06/12/2004 :  11:11:11  Show Profile  Send chiaretta_b a Yahoo! Message  Reply with Quote
la questione dello stetrching è da tempo discussa, o meglio è discusa la sua utilità "a freddo", cioè senza prima alcun tipo di riscaldamento, come vedi nell'ordine che ho riportato per il risveglio muscolare lo stretching viene all'ultimo posto!
cmq mi riprometto di cercare degli articolo più precisi e di linkarli per tutti!
chiaretta
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titty59
Leia

Italy
309 Posts

Posted - 06/12/2004 :  12:45:54  Show Profile  Reply with Quote
Personalmente,vengo fresco,fresco da un corso CAS-CAG dove un docente CONI ha piu' volte ribadito "mai stretching a freddo".E secondo logica ,(mia) sono pienamente d'accordo.
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wese
Leia

Italy
559 Posts

Posted - 07/12/2004 :  08:40:32  Show Profile  Visit wese's Homepage  Reply with Quote
non parlavo di stretching a freddo ma fatto prima della competizione.
nelle poche righe dell'articolo scrivevano di farlo solo dopo la gara e non prima.
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regius
Leia

Italy
353 Posts

Posted - 07/12/2004 :  08:53:45  Show Profile  Reply with Quote
Preso dal sito:www.nonsolofitness.it

http://www.nonsolofitness.it/esercizi/stretching.asp

Ciao.
Regius

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Più frecce...meno pippe!

Memento Audere Semper!!!
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silvia
Han Solo

Italy
220 Posts

Posted - 07/12/2004 :  09:12:20  Show Profile  Reply with Quote
Devo dire che sono contenta che ogni tanto si parli anche di queste cose...
wese: sarebbe interessante leggere l'articolo di focus per capire cosa intendesse esattamente, ma se veniva sconsigliato lo stretching pre-gara non riesco proprio a immaginarne la ragione. Oltre a fare parte integrante del riscaldamento (e quindi della preparazione muscolo-tendinea alla competizione), lo stretching ha anche la funzione di ristabilire un buon afflusso sanguigno alla muscolatura, che tende a diminuire di tono ed essere poco capillarizzata proprio prima di iniziare una gara a causa della tensione emotiva (che può essere anche molto elevata per alcuni). Sono studi vecchi di una decina d'anni (si guardi U. Mosca "Manuale Professionale di Stretching", 1994), è vero, e non è detto che possa trattarsi di uno dei rari testa-coda della fisiologia dell'allenamento...
ciao

silvia
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vittarco
Forum Admin

Italy
4227 Posts

Posted - 07/12/2004 :  09:17:10  Show Profile  Visit vittarco's Homepage  Reply with Quote
A parte Focus, la "notizia" che rovesciava tutte le credenze sullo streching pre gara e' circolata su diverse riviste generaliste. Io ricordo di averla letta almeno un anno fa su Panorama (credo), e di averla commentata un po' in giro. Ma non ricordo da dove venisse. Forse val la pena di cercare un po' in internet.... Chiaretta dovrebbe essere la piu' adatta a farlo per tutti noi.... grazie in anticipo...

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Do or don't do. Not to try. Yoda
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wese
Leia

Italy
559 Posts

Posted - 07/12/2004 :  11:47:36  Show Profile  Visit wese's Homepage  Reply with Quote
Come tutte le cose, si cambia con il tempo e con l'esperienza acquisita.
Sembra che allungare i muscoli prima dello sforzo fisico non sia proprio il massimo ma rimane comunque ottimo dopo la prestazione.
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vittarco
Forum Admin

Italy
4227 Posts

Posted - 07/12/2004 :  12:17:39  Show Profile  Visit vittarco's Homepage  Reply with Quote
Un buon punto di inizio per una ricerca piu' approfondita sulla "distruzione" del mito dlelo stretching:

http://www.dica33.it/argomenti/prevenzione/attivita_fisica/stretching.asp

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Do or don't do. Not to try. Yoda
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chiaretta_b
Leia

Italy
399 Posts

Posted - 07/12/2004 :  13:34:52  Show Profile  Send chiaretta_b a Yahoo! Message  Reply with Quote
il più completo e interessante articolo che ho trovato!
buona lettura e ... aspetto commenti
(p.s. c'rano delle immagini che non sono riuscita a prendere!)

chiaretta

LO STRETCHING
a cura di Andrea Canteri – Maestro Cintura Nera IV Dan

Nello sport lo stretching assume un’importanza basilare in quanto è proprio grazie a questo particolare sistema di allungamento/allenamento che il praticante raggiungerà la massima (ovviamente individuale) flessibilità muscolare.

1- Origini dello stretching
La parola “stretching” è un termine che proviene dall’inglese “to stretch” che in italiano significa allungamento. È una metodica che consiste nell’allungamento muscolare e nella mobilizzazione delle articolazioni attraverso l’esecuzione di esercizi di stiramento, semplici o complessi, allo scopo di mantenere il corpo in un buono stato di forma.

IL SARCOMERO - Unità contrattile del muscolo

Lo stretching è arrivato in Europa e in Italia, sulla scia della ginnastica aerobica e della cultura del tempo libero e della cura del corpo, giunte come sempre da oltre oceano. Le origini dello stretching sono varie; quello più conosciuto è quello codificato da Bob Anderson.

Gli esercizi di stretching sollecitano, oltre alle fibre muscolari, il tessuto connettivo (tendini, fasce ecc.) presente nella struttura contrattile. Il tessuto connettivo è estensibile (può essere allungato), ma se non viene regolarmente sollecitato con l’esercizio fisico, in breve tempo perde questa caratteristica essenziale.

Parlando di stretching è anche d’obbligo parlare della mobilità articolare (conosciuta anche come: articolarità, flessibilità, estensibilità, ecc.): è la capacità di compiere movimenti ampi ed al massimo della estensione fisiologica consentita dalle articolazioni.

Questa capacità è condizionata:

- dalla struttura ossea dell’articolazione;

- dalle sue componenti anatomiche e funzionali (grado di estensibilità dei legamenti, tendini e muscoli);

- dalla temperatura dell’ambiente;

- dal livello di riscaldamento del corpo.

È importante ricordare che le fibre muscolari si adattano rapidamente a qualsiasi situazione.

2- Tipi di stretching
Non esiste una sola forma di stretching, anche se quello più conosciuto è, come già detto, quello codificato da Bob Anderson. In questo capitolo prenderemo in considerazione quelli più conosciuti.

Stretching balistico

È il primo tipo di allungamento conosciuto e in genere non viene utilizzato nei centri sportivi, palestre, club perché è pericoloso in quanto fa attivare nel muscolo il riflesso di stiramento (riflesso incondizionato che ordina al muscolo di reagire ad una tensione brusca con una rapida contrazione, con elevato rischio di trauma muscolare). È un sistema di stretching vecchio e ormai accantonato per la sua pericolosità. Il metodo è molto semplice, si arriva in posizione di allungamento e poi si inizia a molleggiare.

Stretching dinamico

Questo sistema è consigliato in programmi sportivi in cui sono previsti movimenti ad elevata velocità, poiché agisce sull'elasticità di muscoli e tendini. Il muscolo agonista contraendosi rapidamente tende ad allungare il muscolo antagonista (il muscolo che in questo esercizio vogliamo allungare); si effettuano, quindi, movimenti a "rimbalzo" con una certa rapidità. La tecnica consiste nello slanciare in modo controllato le gambe o le braccia, in una determinata direzione, senza molleggiare, rimbalzare o dondolare.

Leggi dello stretching dinamico:

- procedere ad un riscaldamento generale (cardiovascolare) e settoriale (rotazione delle articolazioni: collo, spalle, gomiti, polsi, ecc.);

- iniziare con slanci lenti e sciolti e gradatamente aumentare l’ampiezza oppure la velocità di esecuzione.

- non slanciare in modo incontrollato (tipo stretching balistico).

- controllare il movimento.

- terminare gli slanci quando si manifestano i primi segni di fatica in una diminuzione di ampiezza e velocità.

- non allenarsi quando i muscoli sono affaticati, i muscoli stanchi sono meno flessibili, meno veloci e più soggetti a traumi.

- per sport altamente tecnici (come ad es. il Taekwon-Do) è necessario prestare particolare attenzione all’allineamento dei segmenti corporei.

Stretching statico

È il sistema di stretching più conosciuto, quello codificato da Bob Anderson. Questo sistema di stretching, con le sue posizioni e il suo modo di respirare, prende spunto dallo yoga e fonda la sua pratica in esercizi di stiramento muscolare allo scopo di mantenere il corpo in un buono stato di forma fisica. Si raggiunge l’allungamento muscolare tramite posizioni di massima flessione, estensione o torsione. Queste posizioni devono essere raggiunte lentamente in modo da non stimolare nei muscoli antagonisti il riflesso da stiramento.

RIFLESSO DA STIRAMENTO


Raggiunta la posizione va mantenuta per un tempo da 15 a 30 secondi, è importante che l’estensione non superi la soglia del dolore.

Leggi dello stretching statico:

Trazione costante senza molleggi da 10 a 30 secondi.

Mai oltre la soglia del dolore.

Riscaldamento generale prima dello stretching.

Abbigliamento comodo.

Ambiente non rumoroso.

Suolo non freddo.

Concentrazione.

Non confrontarsi con altri.

Controllo del respiro.

Alternare l’estensione dei muscoli agonisti con quelli antagonisti.

Programma razionale, meglio se sviluppato da personale qualificato.

Stretching statico attivo

Gli esercizi di stretching statico attivo consistono in esercizi eseguiti con ampiezza di movimento e sostenendo l’arto o il segmento corporeo contraendo isometricamente i muscoli agonisti.

Leggi dello stretching statico attivo:

Se vi sono esercizi in sospensione per le gambe, le prime volte utilizzare dei rialzi.

Esercitare i muscoli stabilizzatori, specifici della posizione, mediante appositi esercizi.

Aumentare la forza e la resistenza generale, in particolare della sezione addominale e lombare.

Sviluppare al massimo la mobilità articolare.



P.N.F.

Deriva dalle parole inglesi “Proprioceptive Neuromuscolar Facilitation” che in italiano significa “facilitazione propriocettiva neuromuscolare”.

Questo sistema di stretching è diviso in 4 tempi:

Si raggiunge il massimo allungamento del muscolo in modo graduale e lento.

Si esegue una contrazione isometrica per circa 15/20 secondi (sempre in posizione di massimo allungamento).

Rilassamento per circa 5 secondi.

Si allunga nuovamente il muscolo (contratto precedentemente) per almeno 30 secondi.

L’intero procedimento è da ripetere per due volte. Questo tipo di stretching, viene usato molto nella terapia di riabilitazione.



C.R.A.C.

Deriva dalle parole inglesi “Contract Relax Antagonist Contract” che in italiano significa “contrazione, rilassamento e contrazione dei muscoli antagonisti”. È simile al P.N.F., si differenzia nella fase finale dell’allungamento. Prevede, infatti, l’intervento attivo (contrazione) dei muscoli antagonisti (in questo caso agonisti del movimento) a quelli che si stanno allungando. Anche in questo caso è necessaria la presenza di un compagno che collabori nella contrazione isometrica iniziale dei muscoli che si vogliono allungare, e che dia anche un ulteriore aiuto, nella fase finale di allungamento, alla contrazione dei muscoli antagonisti. In questo sistema vi è una contrazione e un rilassamento del muscolo agonista quando viene contratto con forza l’antagonista.



C.R.S.

Significa “Contrazione, Rilassamento e Stretching. Questo sistema consiste nel contrarre isometricamente il muscolo in questione per 10/15 secondi, rilassarlo per 5/6 secondi e attuare l’allungamento.



Stretching globale attivo (o decompensato)

Lo stretching globale attivo si basa sul principio che solo gli stiramenti globali sono realmente efficaci. Gli stiramenti vengono effettuati mediante posizioni che allungano tutta una catena muscolare portando così ad una rieducazione della postura. È una forma di stretching innovativa e consiste nella rieducazione posturale per la prevenzione ed il trattamento delle alterazioni dell’equilibrio tonico dei muscoli e dell’equilibrio neurovegetativo riconducibili, in questo caso, alla pratica sportiva. Lo stretching globale attivo trae i suoi principi dalla Rieducazione Posturale Globale, metodo del “Campo Chiuso”, creata da Philippe E. Souchard. L’importanza di questo sistema è che non agisce sul singolo gruppo muscolare ma nella globalità del corpo. Secondo la teoria del creatore di questo sistema, quando eseguiamo un esercizio di stretching classico su un muscolo (o un gruppo muscolare), otteniamo una parte di allungamento delle fibre interessate e una parte di allungamento che viene preso a “prestito” da altri gruppi muscolari. In altre parole, quando si allunga un muscolo, altri gruppi muscolari devono cedere la propria tensione per permettere l’allungamento del muscolo in questione. Tale meccanismo darà una falsa mobilità al muscolo. Questo sistema fa comprendere che ogni volta che si mette in funzione un determinato muscolo, si crea un movimento nell’intera struttura e da ciò si capisce che la struttura dell’uomo è organizzata in catene muscolari. Uno dei principi fondamentali, sfruttati dallo stretching globale attivo, è la globalità che prevede, quindi, l'interessamento di tutti i segmenti del corpo nello stesso momento attraverso la realizzazione di particolari posizioni che evolvono in maniera dolce e progressiva, con l'interessamento della respirazione, verso una posizione finale di massimo allungamento. Un'altra caratteristica necessaria è costituita dalla partecipazione "attiva" dei distretti muscolari interessati dallo stiramento attraverso la contrazione isotonica-eccentrica, ricercandone così il rilasciamento riflesso. Vengono utilizzate 9 (nove) posture, ognuna con la specificità di agire su una serie determinata di “catene muscolari”. Nella pratica sportiva, in alternativa allo stretching tradizionale, permette un maggiore allungamento muscolare, controllato attivamente dal soggetto con sequenze coordinate. Ciò realizza un riequilibrio delle tensioni e permette una maggiore economia del sistema con un aumento quindi della performance atletica. Sembra, inoltre offrire una valida prevenzione contro le patologie da sovraccarico muscolo-tendinee.



4- Respirazione
È importante ricordare che qualsiasi sistema di stretching si stia attuando, la respirazione deve essere normale e tranquilla. Non bisogna mai trattenere il respiro durante un esercizio di allungamento. Lo scopo di una corretta respirazione è importante perché una buona ossigenazione attenua lo stato di tensione dell’atleta fino a portarlo ad uno stato di equilibrio delle sue funzioni fisiologiche e quindi anche del tono muscolare. La posizione deve permettere una corretta respirazione. Se la posizione mantiene il muscolo in un’eccessiva tensione è probabile che la respirazione diventi affannosa o difficoltosa, in questo caso è importante diminuire la tensione finché la respirazione non diventerà naturale. La concentrazione deve essere sia sulla respirazione, sia sull’esercizio che si sta attuando.

5- Praticanti dello stretching

Esistono tre categorie nelle quali classificare i possibili praticanti lo stretching.

1- Sportivi

Chi cioè regolarmente pratica un’attività fisica, a loro volta divisi in due sotto categorie:

- Sportivi dilettanti.

- Sportivi agonisti.

Per gli sportivi dilettanti è indicato lo stretching statico in quanto consente di acquisire e mantenere una buona flessibilità. Per gli sportivi agonisti lo stretching statico è indicato come riscaldamento o defaticamento, ma è indicato usare il P.N.F. come preparazione specifica, in quanto influisce in misura maggiore sulla mobilità articolare migliorando così la prestazione.

2- Individui sotto terapia correttiva o riabilitativa

In questi casi la casistica è ampia e differenziata e la migliore scelta è sempre nelle mani di un professionista qualificato nel settore della riabilitazione.

3- Individui inattivi

Lo stretching contribuisce notevolmente ad evitare o ridurre la rigidità delle articolazioni. Lo stretching, grazie alla sua semplicità e grazie al non utilizzo di attrezzature o spazi grandi può essere praticato facilmente da questi soggetti.

6- Test di valutazione della flessibilità
I test di valutazione della flessibilità, sono molto importanti nella vita dello sportivo (sia agonista che non agonista) in quanto permettono di conoscere i propri miglioramenti nel corso degli anni.

Di seguito sono riportati due esempi di test di valutazione della flessibilità.
TEST DELLO SGABELLO
Obiettivo:

Valutazione della massima flessibilità

Attrezzatura:

Sgabello al cui piano di appoggio corrisponde lo zero di un tabellone centimetrato; la parte superiore allo zero viene indicata come zona negativa, quella inferiore come positiva.

Descrizione:

L’atleta dopo essere salito a piedi nudi sullo sgabello, deve flettersi il più possibile in avanti tenendo le gambe tese e facendo scorrere le mani sul tabellone centimetrato. Il movimento deve essere eseguito senza oscillazione del tronco. Il punto di massima flessione deve essere mantenuto per qualche secondo.

TEST DELLA BACCHETTA
Obiettivo:

Valutazione della mobilità del cingolo scapolo omerale

Attrezzatura:

Una bacchetta di legno lunga un metro.

Descrizione:

L’atleta, dalla posizione seduta (per evitare una compensazione a livello lombare), impugna la bacchetta di legno. Da questa posizione, tenendo le braccia ben tese, esegue una circonduzione fino a toccare posteriormente il busto con la bacchetta. La prova viene ripetuta diminuendo progressivamente l’apertura dell’impugnatura. Infine, si misura la distanza tra le due mani.

7- Benefici
È utile soffermarci sui benefici che lo stretching genera sia sul livello di prestazione sportiva, che sull'efficienza fisica.
Benefici sul sistema muscolare e tendineo

- Aumenta la flessibilità e l’elasticità dei muscoli e dei tendini.

- Migliora la capacità di movimento.

- È un’ottima forma di preparazione alla contrazione muscolare.

- In alcuni casi diminuisce la sensazione di fatica.

- Può prevenire traumi muscolari ed articolari.

Benefici sulle articolazioni

- Attenua le malattie degenerative.

- Stimola la "lubrificazione" articolare.

- Mantiene "giovani" le articolazioni, rallentando la calcificazione del tessuto connettivo.

Benefici sul sistema cardiocircolatorio e respiratorio

- Diminuisce la pressione arteriosa.

- Favorisce la circolazione.

- Migliora la respirazione.

- Aumenta la capacità polmonare.

Benefici sul sistema nervoso

- Sviluppa la consapevolezza di sé.

- Riduce lo stress fisico.

- Favorisce la coordinazione dei movimenti.

- È rilassante e calmante.



8- “Leggi” dello stretching

Riscaldamento generale prima dello stretching.

Abbigliamento comodo.

Ambiente non rumoroso.

Suolo non freddo.

Concentrazione.

Non confrontarsi con altri.

Controllo del respiro.

Alternare l’estensione dei muscoli agonisti con quelli antagonisti.

Rilassarsi.

Programma sviluppato da personale qualificato.





9- Sport e stretching



è importantissimo, da parte dell’atleta, non fare stretching solo in palestra sotto la guida del proprio insegnante, ma seguire giornalmente un proprio programma di stretching di minimo ½ ora. Un lavoro quotidiano e costante nel tempo consente alle articolazioni di raggiungere una maggiore mobilità, permettendo all’atleta una espressione migliore delle proprie potenzialità.

Da parte dell’insegnante vi devono essere dei punti fermi da seguire:

1) Ogni esercizio deve essere spiegato e dimostrato in modo chiaro ed esatto.

2) È importante soffermarsi su ciascun esercizio per il tempo necessario affinché il nuovo “movimento” sia ben compreso dal corpo.

3) Accanto alla dimostrazione pratica e teorica è importante esporre anche le sensazioni fisiche che l’esercizio deve far provare.

4) Mai pretendere dall’allievo che questi faccia l’esercizio perfettamente, è necessario comprendere che una persona ha un fisico diverso da un’altra. La corretta esecuzione si comprende dopo allenamento e prove.

5) Se si fanno esercizi in coppia è importante che gli allievi siano circa della stessa statura (peso e altezza).

Uno degli errori più comuni nell’atleta è quello di fare esercizi di stretching solo per un determinato gruppo muscolare, non rendendosi conto che il corpo è un insieme di catene muscolari.

è importante ricordare che ogni persona raggiunge il massimo della flessibilità attorno ai dieci anni, per questo è necessario prevedere in una parte dell’allenamento, degli esercizi di stretching anche con i bambini.



10- Testi consigliati



Corso completo di yoga
Franca Sacchi
De Vecchi Editore

Corso fotografico di stretching sportivo
Franco Righini
De Vecchi Editore

Corso pratico di yoga per tutti
Alina Rizzi
Mariotti Publishing

Facilitated stretching
Robert E. McAtee
Human Kinetics Publishers

Ginnastica e cura del corpo
Adriana Rigutti

Giuliano Peruzzi
Giunti Editore

Preparazione dell’atleta
Giovanni Asnaghi

Fernando Bucchioni
Edi-Ermes

Stretching
Francesco Capobianco

Alessandro Lanzani
Alea Edizioni

Stretching
Anderson Bob
Edizioni Mediterranee

Stretching - Vol. 2
Anderson Bob
Edizioni Mediterranee

Stretching globale attivo
Philippe E. Souchard
Editore Marrapise

Stretching per la schiena
Andy Fumolo
Gruppo Editoriale Armenia

Stretching per la schiena
Andy Fumolo
Pan Libri

Stretching per tutti
Simone Mazzali
Orsa Maggiore Editrice

Stretching per tutti
Dagmar Sternad
Gremese Editore

Stretching scientifically – a guide to flexibility training
Thomas Kurz
Stadion Publishing Company

Vincere il mal di schiena con la ginnastica
Franca Sacchi
De Vecchi Editore

Power stretching
Edoardo Rosso
Ed. Mediterranee

Taekwon-Do
Wim Bos

Stefano Favero

Paolo Giannerini
Ed. Mediterranee

Advanced exsplosive kicks
Chong Lee
Ohara Pubblications

Art of stretching & kicking
James Lew
Unique Pubblications

Beyond kicking – a complete guide to stretching a kicking
Jean Frenette
Unique Pubblications

Jean Frenette’s – complete guide to stretching
Jean Frenette
Unique Pubblications

Dynamic stretching & kicking
Bill “Superfoot” Wallace
Unique Pubblications

Obiettivo forma
Ann Goodsell
Idea Libri

Power flex – super flessibilità e forza per la peak performance
David De Angelis





11- Bibliografia



LIBRI
Dizionario fondamentale della lingua italiana
AA.VV.
De Agostini

Facilitated stretching
Robert E. McAtee
Human Kinetics Publishers

La preparazione dell’atleta
Giovanni Asnaghi

Fernando Bucchioni
Edi-Ermes

Obiettivo forma
Ann Goodsell
Idea Libri

Power flex – super flessibilità e forza per la peak performance
David De Angelis


Power stretching
Edoardo Rosso
Ed. Mediterranee

Stretching
Francesco Capobianco

Alessandro Lanzani
Alea Edizioni

Stretching
Bob Andreson
Ed. Mediterranee

Stretching per tutti
Dagmar Sternad
Gremese Editore

Taekwon-Do
Wim Bos

Stefano Favero

Paolo Giannerini
Ed. Mediterranee

WEB
www.abc-fitness.com

www.esaplaza.com/fitness

www.esserebenessere.com/servizi/personal/streching.html

www.europaradise.it/Info/Stretching.htm

www.gss.it/notizie/corso9.htm

www.netitalia.com/valenti/stretching.htm

www.riabitalia.it

www.sciaremag.it/novembre/fitness.html

www.sportraining.net



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wese
Leia

Italy
559 Posts

Posted - 07/12/2004 :  15:04:26  Show Profile  Visit wese's Homepage  Reply with Quote
Riporto l'articolo di Focus
CONTRORDINE: LO STRETCHING FA MALE
...
Lo stretching dei muscoli consigliato da qualche decennio da allenatori e medici di tutto il mondo, oggi comincia infatti a essere messo sotto accusa dagli esperti, soprattutto se fatto prima di una gara.
Guai muscolari.
Secondo Stacy Ingraham, dell'Università del Minnesota, non esiste alcuna prova che lo stretching faccia bene.
Anzi: muscoli allungati peggiorano i tempi di reazione e quindi la performance.
Si è scoperto, in uno studio sui maratoneti, che chi lo fa prima della gara ha più guai muscolari.
Secondo un altro fisiologo Usa, Jay Bkahnik, è meglio fare un riscaldamento correndo. Mentre uno stretching leggero può essere utile dopo la gara.
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chiaretta_b
Leia

Italy
399 Posts

Posted - 07/12/2004 :  15:21:40  Show Profile  Send chiaretta_b a Yahoo! Message  Reply with Quote
interviste alla Stacy Ingramm (che è una delle tante contrarie allo stretching...)

http://www.sciencenewsforkids.org/articles/20040505/Feature1.asp
http://www.soundmedicine.iu.edu/segment.php4?seg=172
(sono in inglese)

ma siamo sicuri che ha ragione lei?!?

...solo per stimolare un pò la discussione... ;)

chiaretta
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Tuzzo
Han Solo

Italy
111 Posts

Posted - 07/12/2004 :  17:40:32  Show Profile  Visit Tuzzo's Homepage  Reply with Quote
Per quanto riguarda la mia personale esperienza (da dilettante), lo streching è utile ma va fatto con cautela.
Da freddo faccio degli allunghi molto leggeri, non certo degli sforzi al limite del dolore come vedo fare in giro.
Dopo posso cominciare col gesto atletico, sempre blando per completare il riscaldamento.
Da caldo poi posso effettuare il vero e proprio streching per allungarmi per bene, anche al termine dell'allenamento.
Secondo me il problema è tutto in come si fa lo streching.
A me non fa male di certo :-) e da quello che so io, ripeto, l'intensità da freddo è proprio minima...non può certamente fare male.
Sono un po perplesso...
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anna
Luke

Italy
786 Posts

Posted - 07/12/2004 :  18:10:18  Show Profile  Reply with Quote
Personalmente ho sperimentato il valore dello stretching dopo uno sforzo muscolare intenso, per minimizzare l'accumulo di acido lattico ( i famosi muscoli doloranti). Prima di una gara o di un allenamento preferisco fare un po' di riscaldamento e qualche esercizio di mobilità articolare. Stretching eventualmente dopo. Da quando adotto con continuità questo approccio non ho più avuto grossi guai muscolari e tendinei. Ma questo vale per il dilettante (che si allena pure poco). Il "professionista", cioè chi pratica sport decisamente ad alto livello ha chiaramente altri obiettivi e altri problemi

Anna

____________________
Niente acqua, niente luna
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volpe
Han Solo

Italy
145 Posts

Posted - 08/12/2004 :  20:27:29  Show Profile  Reply with Quote
preciso che non mi baso su libri o testi letti su internet ma sulla mia esperienza personale, fatta di errori e miglioramenti.
io seguo un allenamento in palestra per il potenziamento della forza e per ipertrofia muscolare, quindi non so se il mio ragionamento è applicabile a tutti gli sport, ma so che l'allenamento con i pesi è uno degli sport a maggiore intensità , quindi a maggiore rischio di infortuni.
so per certo che negli esercizi multiarticolari ad elevato carico, es pressa, panca piana e trazioni alla sbarra, la mancanza di un adeguato riscaldamento genera intensi dolori che si avvertono per parecchi giorni dopo l'esercizio, questi dolori non coinvolgono i muscoli, bensì i tendini e le cuffie articolari.
so per certo che l'allungamento prima delle serie con carico pesante migliora l'estensibilità del muscolo e presonamlmente mi permette di caricare tranquillamente 5 kg in più ( che non sono pochi) sul carico totale. so per certo che le guaine tendinee se adeguatemente lubrificate possono reggere carichi di tonnellate, e so che non sto danneggiando i miei tendini se durante l'esercizio non sento dolore, ma so che potrei danneggiare le mie ossa, quindi evito di sforzarmi con carichi massimali.
lo stretching previene i dolori articolari perchè un muscolo contratto che viene sottoposto a sforzo si blocca prima di uno sciolto, quindi il range di movimento del muscolo spesso coincide o è addirittura inferiore a quello richiesto dall'esercizio: se un muscolo si blocca e e si tenta di aumentare ancora il range di movimento, si richiede ulteriore estensibilità ad un tessuto che non ne ha, ovvero i tendini, che si infiammano e provocano dolori.
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chiaretta_b
Leia

Italy
399 Posts

Posted - 08/12/2004 :  21:35:17  Show Profile  Send chiaretta_b a Yahoo! Message  Reply with Quote
quote:
Originally posted by volpe

...
io seguo un allenamento in palestra per il potenziamento della forza e per ipertrofia muscolare,...



scusa ma cosa intendi per ipertrofia muscolare?
a che scopo fai questo allenamento? ma soprattutto che tipo di allenamento fai?

quote:
Originally posted by volpe

... so per certo che le guaine tendinee se adeguatemente lubrificate possono reggere carichi di tonnellate, e so che non sto danneggiando i miei tendini se durante l'esercizio non sento dolore...



ma sei prorpio sicuro di questa osservazione?
molte lesioni tendinee cosiddette da palestra non avvengono in maniera netta ma per lacerazione e la maggior parte delle persone non
avevano mai lamentato prima dolore a quel tendine...

poi, non tutti i tendini sono avvolti da guaine tendinee per cui la possibilità di lubrificarli (ammesso e concesso che si possa parlare di lubrificazione) è praticamente nulla!!!

chiaretta
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silvia
Han Solo

Italy
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Posted - 08/12/2004 :  22:57:04  Show Profile  Reply with Quote
quote:
Originally posted by chiaretta_b

interviste alla Stacy Ingramm (che è una delle tante contrarie allo stretching...)
http://www.sciencenewsforkids.org/articles/20040505/Feature1.asp
http://www.soundmedicine.iu.edu/segment.php4?seg=172
(sono in inglese)

ma siamo sicuri che ha ragione lei?!?

...solo per stimolare un pò la discussione... ;)

chiaretta


Io credo cha vadano fatte un paio di precisazioni.
1. l'obiettivo di questi studi è accertare l'utilità dello stretching solo ai fini della prevenzione degli infortuni (e non sono ancora conclusi ed esaurienti);
2. ogni disciplina sportiva ha proprie modalità di impegno muscolare (simmetriche/asimmetriche, esplosive/di lunga durata, isometriche/di elevata ampiezza, ecc..) e non mi pare che siano stati indagati tutti, nemmeno riguardo alla prevenzione degli infortuni, oltre che al rendimento atletico;
3. un conto è mettere in discussione lo stretching (e poi quale?) pregara e un altro è smantellarne la pratica in toto.

Insomma, ammesso che nell'immediato si riesca a dimostrare scientificamente (su studi prospettici) che allungare i muscoli non riduce il richio d'infortuni ma anzi in qualche caso lo incrementi, l'allungamento muscolare è e rimane una pratica ai limiti degli schemi motori di base, istintiva, innata e di enorme utilità in ogni disciplina sportiva "scompensata" dal punto di vista muscolare. Fermo restando il giusto dosaggio, la giusta durata e l'opportuno inserimento in un programma di riscaldamento o defaticamento ben fatto.
Eppoi...lo so che si fa per parlare, ma non mi pare che tra gli arcieri si soffra di eccesso di stretching

silvia
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volpe
Han Solo

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Posted - 08/12/2004 :  23:42:37  Show Profile  Reply with Quote
chiaretta mi scuso se ho commesso qualche scorrettezza scientifica, ma ti assicuro che il primo sintomo delle infiammazioni tendinee è il dolore, infatti il dolore è quello strumento che utilizza il nostro corpo per dirci che qualcosa non va, le lacerazioni tendinee avvengono probabilmente a seguito di anni e anni di allenamenti pesanti eseguiti in palestra senza nessun criterio, trascurando anche i piccoli fastidi che nel tempo causano pesanti infortuni. io non sono un medico e che devo lubrificare i tendini non me lo sono inventato io , ma mi è stato consigliato da un chirurgo. io non mai detto che i danni ai tendini avvengono di colpo, infatti possono richiedere anni di esercizi eseguiti male, senza stretching e con carichi eccessivi. tuttavia anche atleti di grande esperienza che seguono tutti i principi per un corretto allenamento subiscono infortuni alle articolazione semplicemente per 'usura' ( se mi è concesso il termine). infatti lo sport è un vantaggio per tutti gli apparati tranne che per quello locomotore, lo sport logora tendini, legamenti e articolazioni, questo è innegabile, tuttavia ci assicura enormi vantaggi per la respirazione, la circolazione ecc. ecc.

quello che intendevo dire comunque che lo stretching secondo me è positivo...
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