Il Nostro Forum

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Vorrei discutere un attimo sull'articolo comparso sull'ultimo numero di Arco (numero 1, 2008) a pagina 40 dal titolo, appunto, Il gomito di trazione.
Nell'articolo è presente uno schema sul diagramma di forza delle spalle/braccia/gomito durante la trazione. Se ho capito bene nel diagramma le forze vengono distribuite su tre linee e l'arciere assume la postura di un triangolo con i seguenti lati:
- da gomito del braccio della corda alla spalla dell'arco (con braccio e linea delle spalle perfettamente allienate)
- dalla spalla dell'arco alla mano dell'arco
- dalla mano dell'arco al gomito della corda, con freccia ed avambraccio allineati
Questa posizione mi ha fatto riflettere poichè solitamente tiravo assumento una posizione "a trapezio" molto simile a quella descritta da Wise in "Vincere con il compound". Provando a tirare, invece, come suggerito dall'articolo mi sono ritrovato prima di tutto lungo (cioè avevo bisogno di allungare l'arco di un quarto di pollice se non mezzo). In secondo luogo avendo il braccio dell'arco più disteso avevo maggiori problemi ad essere stabile in fase di mira. Terzo, e più importante, mi sentivo già completamente aperto con il braccio della corda in lunea con la spalla, rendendo molto difficile l'azione dorsale per azionare lo sgancio.
In pratica dovevo contrarre il romboide ed il sollevatore della scapola per azionare lo sgancio, anzichè cercarne la rotazione (tralascio per ora l'azionamento delle dita). In pratica l'azione veniva localizzata e concentrata in un gruppo muscolare minore con una piccola escursione piuttosto che in un numero maggiore di muscoli con un'escursione maggiore. In sostanza l'azione mi diventava più difficoltosa poichè avevo pochissima escursione con la spalla/braccio dell'arco.
Siccome l'articolo è stato curato da Tiziano Xotti, che è una persona che di arco ci capisce molto, vorrei capire dove io ho sbagliato ad interpretare l'articolo.
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"Se non condividi certi momenti, ti sembra quasi di non averli vissuti"