Caro Flavio Ho letto il tuo messaggio sul Forum che mi ha chiamato in causa e sono quindi qui a soddisfare le tue legittime perplessità. Orbene, sappiamo che in linea del tutto generale esistono due "stili" di tiro compound che qui per comodità chiameremo statico e dinamico. Lo STATICO per intenderci è quello usato da una buona parte dei compound europei che ancora oggi dopo l'apertura dell'arco cercano di "fermare" il mirino sul centro del bersaglio. Fatto questo, premono il trigger del rilascio meccanico in maniera più o meno progressiva. Questo tipo di tecnica ad ancoraggio raggiunto non prevede alcun lavoro muscolare del dorso, tranne quello indirizzato alla stabilizzazione di tutto il sistema, appunto. Nell'inseguire questi parametri il tiratore opererà quindi delle scelte (sviluppo sequenziale, materiali, ecc.) capaci di agevolargli il compito. Entro questo quadro l'opzione di ruote tonde o comunque dotate di una valle molto ampia, facilita di fatto la ripetitività considerato che, fatta salva la sincronia, leggeri cediimenti od imprecisioni vengono perdonati dalla curva permettendo uguale precisione sulla targa. Il DINAMICO è invece uno stile tipicamente statunitense che si avvicina nettamente all'uso ricurvistico nel senso che, ad ancoraggio raggiunto, cercheremo si la solita rilassatezza in spalle, avambracci e punti di contatto con l'attrezzo, ma incrementeremo quella tensione dorsale che poi, adeguatamente gestita, farà di fatto aprire lo sgancio meccanico. Parafrasando potremo dire che è in realtà la corda a liberare il meccanismo e non viceversa. Come ha detto l'amico Dee a Riom: "Arrivato all'ancoraggio spingi (con la schiena) e aspetta che la freccia parta". Questo rispetto alla tecnica statica mette in discussione allungo, taratura dello sgancio, posizione della peep e parecchie altre cosucce. E' intuitivo quindi come questa tecnica prediliga il tiro a muro. Preciso ed inequivocabilmente distinguibile, infatti il muro, o meglio la "stop zone", agevolerà quell'incremento di tensione dorsale che poi si concluderà con uno sgancio morbido ed esplosivo. Quanto detto è necessariamente conciso per ovvie ragioni, ma fa risaltare che in ambedue i casi (sia statico che dinamico) l'allungo non può che essere tarato al millimetro. Ritornando a quanto hai scritto nella breve E-mail sul Forum mi sembra di intuire quanto segue: 1) Stai usando i gruppi muscolari scorretti (le spalle non devono essere sotto tensione). 2) Probabilmente l'allungo che sviluppi ora non è corretto per una tecnica veramente dinamica. 3) Cerchi in questa tecnica i parametri tipici della statica (sono simili ma non uguali). 4) Continui a rilasciare consciamente limitando i vantaggi di questo stile. Per ulteriori chiarimenti mi ritengo a tua disposizione.
Gigi Vella